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Incidenti ai ciclisti. Gli esperti: «Sono troppi gli invisibili su due ruote»

04/12/2014

REGGIO EMILIA.
Due vittime investite e uccise a bordo delle loro biciclette nelle ultime due settimane. Alle quali se ne aggiungono altre, se estendiamo la ricerca agli ultimi mesi. In provincia di Reggio sta salendo alla ribalta il tema della cosiddetta "utenza debole" della strada, sempre più coinvolta in incidenti mortali. Rispetto al 2011, le statistiche Istat riguardanti l’anno 2012 (ultimo disponibile) in Italia, dice che sono aumentati del 2,5% i conducenti di biciclette vittime di incidenti stradali e del 2,7% i feriti. Le biciclette, infatti, continuano a rappresentare il terzo veicolo, in graduatoria, dopo autovetture e motocicli, con il maggior numero di conducenti morti. Il fenomeno ha molte concause, e non è di facile trattazione, come spiega Gianfranco Fantini, presidente dell'associazione Tuttinbici Fiab. «Siamo sempre per il rispetto delle regole, e a chi viene a fare parte della nostra associazione regaliamo un set di luci a led e un giubbotto catarifrangente, perchè i ciclisti devono farsi vedere. A Reggio città gli incidenti sono in diminuzione, purtroppo in provincia stiamo assistendo a una vera e propria strage. Credo che il problema maggiore sia la velocità degli automobilisti: la politica delle zone 30 sta pagando, ma potrebbe essere utile anche l'impiego degli autovelox. Al giorno d'oggi ci sono ancora automobilisti che, davanti a un passaggio pedonale non rallentano. Ma la colpa non è tutta delle auto». Fantini non nasconde anche anche da parte degli utenti a due ruote ci siano importanti responsabilità. «Il ciclista urbano medio – prosegue il presidente di Tuttinbici- non si approccia nel modo giusto all'utilizzo della bicicletta. Se stessimo un giorno intero davanti a un incrocio a contare le biciclette che passano, ci accorgeremmo che la stragrande maggioranza non ha luci accese. Non c'è, purtroppo, piena coscienza del pericolo che si corre. Non mi stanco mai di ripetere che il ciclista deve essere visibile come un albero di Natale. E pensare che a Reggio la situazione non è delle peggiori. Stiamo comunque pensando di organizzare una manifestazione di sensibilizzazione sul tema». «La bicicletta è il più simpatico dei mezzi, non inquina e non fa rumore. Ma, trattandosi di un veicolo, deve sottostare a delle regole». Così Giordano Biserni, presidente regionale dell'Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) si approccia al tema "caldo" di questi giorni, che sulle strade reggiane hanno visto consumarsi una nuova disgrazia a danno di un ciclista: l'ultima vittima è un indiano di 39 anni, che è stato travolto lungo la strada tra Novellara e Guastalla. «Per ogni bicicletta in più che circola sulle strade, c'è una macchina in meno – continua – ed è anche per questo che i ciclisti vanno preziosamente difesi e protetti. Ma è altrettanto vero che a volte loro stessi dimenticano le regole che devono seguire. Li vediamo imboccare sensi unici, circolare di notte senza luci, utilizzare il telefonino mentre pedalano o addirittura in stato d'ebbrezza. Il ciclista solitamente pretende dall'automobilista il rispetto di certe norme, ed è giusto che le osservi a sua volta. Purtroppo, quando gli agenti intervengono per segnalare ai ciclisti qualche anomalia, rimediano spesso parolacce».

 
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