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L'Italia è il paese dei ladri di biciclette

27/06/2015

Una recente indagine del TG2 RAI, supportata da dati della Fiab e delle Questure, evidenzia come l'Italia sia il paese dei ladri di biciclette.
Più di un milione di furti all'anno, con le città di Milano, Roma, Firenze e Palermo tra le più colpite.
Più di 3.000 bici al giorno sottratte ai legittimi proprietari. Fenomeno dei furti favorito anche dal boom delle vendite di bici in Italia: quasi due milioni di bici vendute nel 2014.
Due italiani su tre colpiti dal furto della bici.
Soltanto però un italiano su 4 denuncia il furto della bici. Gli altri soffrono in silenzio.
Quindi L'Italia al top dei furti nelle classifiche europee.
Questi i dati della ricerca.

Lo staff di BiciSicura, basandosi sulle migliaia di informazioni sui furti di bici presenti nel Registro Italiano Bici, ha effettuato alcune considerazioni al riguardo.

Considerazione 1: l'atteggiamento verso il furto dell'italiano medio.
Ad esclusione di Spagna, Portogallo e Grecia, tutti gli altri paesi europei manifestano un atteggiamento verso la prevenzione che si può misurare all'incirca in dieci volte superiore a quella italiana.
Un esempio.
In Europa, chi acquista una bici del valore di 300 euro investe mediamente il 10%, ovvero 30 euro, nell'acquisto di un antifurto meccanico. In Italia, tale percentuale scende mediamente all'1%. Ciò significa per una bici da 300 euro un antifurto da 3 euro, vale a dire il solito filo spirale che si apre con uno strattone.
Ovviamente le cose cambiano quando il ciclista ha subito uno o più furti della bicicletta. Ma anche qui, l'atteggiamento è decisamente strano. L'italiano che acquista un antifurto di almeno 30-40 euro mostra una fiducia eccessiva di non subire più il furto. A volte, tale fiducia é supportata dalle generose argomentazioni del negoziante che glielo ha venduto, che non riuscendo a proporre antifurto di medio livello alla massa degli acquirenti di bici ma solo a chi ha già subito il furto, anche ripetutamente, non si fa scappare l'occasione per piazzare, finalmente, una vendita.
E' così che dopo l'ennesimo furto della bici, dotata anche di un antifurto di medio livello, l'italiano cade in depressione. Della serie: anche l'antifurto "caro" non serve a nulla perché il ladro apre qualsiasi antifurto. Questo è abbastanza vero, ma è l'inizio della fine. L'utilità di una marchiatura e di un antifurto di livello adeguato dipende da tante condizioni, quelle che servono a creare il cosiddetto "livello di deterrenza", termine troppo spesso trascurato dal ciclista italiano medio. Più avanti ne parleremo con maggiore dettaglio.

Considerazione 2: le Amministrazioni comunali sono impreparate contro il fenomeno dei furti di bici.
Le cause di tale impreparazione sono numerose. In primis, la mancanza di dati precisi sui furti.
Meno del 25% dei cittadini che ha subito il furto della bicicletta denuncia il furto alle Forze dell'Ordine. Quindi i dati espressi dalle Questure non inquadrano compiutamente la consistenza del fenomeno.
Gli interventi, ancora molto pochi, effettuati da alcune amministrazioni, con alcune eccezioni, a contrasto del furto sono effettuati su basi che hanno poco a che vedere col fenomeno reale dei furti, tra le quali:

  1. L'intensità del clamore sollevato dai cittadini, in particolare alcuni cittadini politicamente influenti, e dai media. Viene così individuato il caso che politicamente giustifica qualche investimento a contrasto del furto. Ma la vera entità del fenomeno rimane sconosciuta.
  2. Le lusinghe dell'ultima scoperta tecnologica. Microchip, posizionatori satellitari, sistemi complessi di punzonatura, marcature con circuiti Rfid (radio Frequenza) o, recentemente, basate su NFC (near field communication), sono solo alcune delle lusinghe in cui sono cascate certe amministrazioni comunali, a partire da quelle più grandi, che, spesso, prospettando al partner tecnologico, scenari di crescita da bolla digitale riescono ad avere anche sperimentazioni gratuite. Ovviamente tutto poi crolla con la verifica sul campo. Forze dell'ordine che non sono dotate ne lo saranno mai di apparecchiature sofisticate per i controlli, cittadini che non sono disposti a pagare qualche decina di euro per una marcatura sofisticata (non comprano l'antifurto da 30 euro!). Alcune amministrazioni sono arrivate a proporre partnership coi negozi di bicilette per far marcare la bici gratuitamente, ignorando completamente i c osti di tale servizio non sopportabile dai bassi margini del venditore rivenienti dalla vendita delle bici di uso comune. Ma la conoscenza del fenomeno furti rimane sempre e comunque inesplorata.
  3. La fatica, spesso giustificata, delle opposizioni politiche a comprendere il valore e l'efficacia di certi interventi a difesa delle bici.
Considerazione 3: la chimera degli interventi della politica centrale sul fenomeno.
Le giuste sollecitazioni che arrivano ai politici parlamentari da associazioni meritevoli e da molti cittadini per attivare interventi risolutori del fenomeno, ottengono spesso l'effetto di "non fare decidere" le amministrazioni locali in attesa della soluzione governativa gratuita per tutti e che risolverà il problema dei furti di bici una volta per tutte. Sorvoliamo sul termine "gratuita" che potrebbe significare che chi vende automobili e motociclette dovrebbe pagare più tributi per far vendere più biciclette.
Ed in merito alla soluzione definitiva, basta guardare a cosa succede negli altri paesi europei e nel resto del mondo, dove non esistono registri governativi delle biciclette e tanto meno sistemi di marchiatura imposti dal governo. Alcune stime indicano in circa 2 miliardi di euro l'anno i costi di gestione di un eventuale PRA delle biciclette.
A nostro parere e sulla base dei numeri in nostro possesso (BiciSicura-Registro Italiano Bici è leader in Italia nel contrasto del furto delle bici attraverso la marchiatura con uno speciale stick adesivo e la registrazione nell'unico registro nazionale pubblico e gratuito delle bici consultato dalle Forze dell'Ordine, con oltre 40 città attive e circa 200.000 bici registrate, presente i Italia dal 2007) per togliere all'Italia il poco lusinghiero primato della nazione europea col più alto tasso di furti di bici è necessario agire rapidamente sulle tre considerazioni presentate più sopra.
Ma attenzione a posizionare correttamente l'asticella delle aspettative.
Quando occorre agire sui comportamenti e sulla cultura delle persone e delle Amministrazioni servono azioni che si prolungano necessariamente sul medio-lungo periodo. Dimenticate le soluzioni tecnologiche d'avanguardia se predicono tempi rapidi per la soluzione del problema dei furti di bici.

COME AGIRE?

Atteggiamento verso il furto dell'italiano medio.
L'amministrazione comunale deve fare cultura verso i cittadini utilizzando dati reali, informazioni, seminari, incontri per sollecitare la loro sensibilità su questo tema. Di argomenti validi ce ne sono tanti per convincerli a cambiare atteggiamento verso il furto e la deterrenza e chi, come noi,  ha esperienza quasi decennale in questo settore dispone di molti dati statistici e numeroso materiale illustrativo.

Amministrazioni comunali impreparate contro il fenomeno dei furti di bici.
La prima cosa da fare per l'amministrazione è assumere un atteggiamento di umiltà conoscitiva verso il fenomeno dei furti di bici.
Innanzitutto si parte dalla presa di coscienza del fenomeno reale. Qui lo staff di BiciSicura utilizza normalmente delle fasi di test sul territorio che possono durare da 6 a 12 mesi. Nel frattempo si attivano delle sessione informative/formative con le aree comunali coinvolte (uffici bici, Polizia Locale, associazioni, ecc.). Alla fine del test, conoscendo meglio il fenomeno a livello locale, si individueranno gli interventi da attuare, gli attori da coinvolgere e le condizioni per il successo.

Gli interventi della politica centrale sul fenomeno.
Tanto può fare la politica centrale per ridurre il fenomeno dei furti. Ma non va dimenticato che il tema non è quello dei furti ma lo sviluppo nelle città della mobilità sostenibile. Mobilità che richiede interventi legislativi in tanti ambiti (revisione del Codice della strada, premiare le città che si impegnano maggiormente ed i casi di successo, favorire la realizzazione di piste ciclabili, di parcheggi bici, l'installazione di rastrelliere sicure dove parcheggiare le bici, ecc.). Tutti ambiti dove alcune associazioni, tra cui citiamo Fiab (Federazione Amici della Bici) che riteniamo tra le più meritevoli e qualificate, possono portare un contributo elevato alla politica sia centrale che locale. La marchiatura (attenzione alla scelta del sistema per non partire azzoppati!) della bici, ad esempio, riveste un ruolo primario nel progetto di contrasto del furto delle bici, ma deve essere accompagnata anche da altri interventi da diluire nel tempo per ché più complessi e costosi (nuove rastrelliere, parcheggi, piste ciclabili e cultura, cultura, tanta cultura).




In conclusione, benché riteniamo di non aver detto nulla di nuovo, soprattutto per chi ci segue da qualche anno, se vogliamo lavorare per togliere all'Italia il poco lusinghiero primato di paese dei furti di bici ci sono delle azioni che possono essere attuate rapidamente e che vanno nella giusta direzione.
Lo staff BiciSicura, con il suo centro di competenza, unico del settore in Italia, è disponibile ad aiutare sia i cittadini che intendono assumere il giusto comportamento verso il furto delle bici (e che vogliono ridurre il rischio di furto) che le Amministrazioni pubbliche che hanno a cuore l'interesse di chi va in bicicletta in città e vorrebbe crescere di numero.

Chi desiderasse aver ulteriori informazioni può scrivere a info@bicisicura.it indicando nell'oggetto "bsnews_27-06-2015".

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