Articolo originario

Analisi critica del sistema EasyTag/BiciSicura

27/05/2014

Prendiamo lo spunto dall'interessante articolo di Alessandro Bottoni (Analisi critica del sistema EasyTag/BiciSicura, del 09/01/2015)  per completarlo con alcune nostre osservazioni. Riporteremo solo i titoli elencati nell'articolo menzionato, che vi invitiamo a leggere, e proveremo a commentarli, uno per uno, nella speranza di migliorare l'informazione sulla problematica dei furti di bici, anche utilizzando l'esperienza di 7 anni di attività nel settore, oltre 40 città attive e circa 200.000 bici registrate nel Registro Italiano Bici.

Il furto semplice non è più punibile
L'affermazione non é vera da un punto di vista legislativo in senso stretto. Nella pratica però è abbastanza vera nel senso che, tranne qualche raro caso di applicazione rigida della normativa (arresto, processo per direttissima, 3-4 anni e fino a 6 anni di reclusione), spesso finalizzato a placare la giusta sete di vendetta di molti cittadini derubati della loro bici, quasi sempre il colpevole viene rilasciato dopo poche ore. Fermo restando il principio che se c'è la legge questa va applicata sempre e comunque in qualsiasi caso, tuttavia osserviamo che anche in altri paese, dove le pene sono più restrittive, la situazione non è che migliori di molto rispetto a quella italiana.

Le "tag" sono facilissime da cancellare e sovrascrivere
Affermazione abbastanza vera. Si tratta pur sempre di un adesivo, che, anche se antieffrazione ed auto-marcante come il nostro, può venire coperto con un altro adesivo. Va detto però che la funzione primaria della tag è quella di avvisare il ladro che la bici ha "un nome e cognome" e quindi, se colto in flagranza di reato, la galera è assai più probabile. Ricordiamo qui che se la bici è anonima, il giudice, quasi mai condannerà al carcere il ladro in forza dell'articolo 927-928-929 del nostro Codice Civile.
Occorre però qui aggiungere, per completezza d'informazione, che oltre l'80% delle bici possiede un numero di telaio (in quelle di nuova fabbricazione  è circa il 100%), marcato a fuoco dal costruttore quasi sempre sotto la scatola del movimento. Tale numero è difficile da rimuovere senza mettere a rischio la resistenza del telaio della bici stessa. Inoltre, circolare con una bici dal numero di telaio abraso, nel nostro caso anche con la targa staccata, è come avere con sé un'arma con la matricola abrasa...
Qualcuno obietterà che il numero di telaio non sempre identifica univocamente uno specifico esemplare di bici, ma un lotto di produzione a cui quella bici appartiene.
E' Vero. Ma la probabilità di recuperare due bici rubate, dove il numero di telaio rappresenta solo il lotto, e non distinguibili per altri particolari (adesivi, colore, tipo sella, stato di usura, ecc.) è veramente bassa. Inoltre, anche in questo rarissimo caso di indistinguibilità delle due bici, alla peggio un proprietario riavrà la bici dell'altro e viceversa.
In merito invece al targatura dolosa di una bici rubata, questo è possibile. Ma l'esperienza ci dice che assai difficilmente uno che acquista una bici rubata, avendone coscienza, provvederà a targarla. Inoltre, se il primo proprietario ha inserito il numero di telaio ed il secondo proprietario tenterà di registrare la bici con lo stesso numero di telaio, il Registro Italiano Bici genererà un "warning" avvisando che quella bici risulta rubata.
Riguardo poi alla "proprietà legale" della bici, va detto che è prevista in un solo caso: bici nuova e fattura di vendita riportante il numero di telaio. In tal caso, la registrazione nel Registro Italiano Bici accompagnata da tali documenti rappresenta titolo di proprietà riconosciuto dal giudice. In tutti gli altri casi, e noi lo diciamo sempre ai nostri utenti, si tratta di un'auto-dichiarazione di proprietà, che se falsa (art. 71, comma 1, D.P.R. 445/2000) il dichiarante potrà essere denunciato all'autorità giudiziaria. Ecco perché le bici rubate non vengono ri-targate.
Quindi, contrariamente a quanto affermato nell'articolo, non esiste alcun boomerang.

Anche le punzonature sono facili da rimuovere e nascondere
Concordiamo. Anche noi abbiamo scritto varie volte su questo punto.

I Qr Code sono persino peggio delle tag
Concordiamo. Qui poi, come da nostri esperimenti compiuti già nel 2010, il QR code presenta anche gravi problemi tecnici.

Anche EasyTag/BiciSicura è poco conosciuto ed utilizzato
E' assolutamente vero. Avere circa 200.000 bici registrate con EasyTag/BiciSicura su una popolazione di almeno 60 milioni di bici, significa una percentuale dello 0,3 %. E' impensabile in tale situazione che noi abbiamo mai affermato che il nostro sistema sia "ampiamente conosciuto e molto utilizzato", come riportato nell'articolo. Probabilmente, se una tale affermazione o simile abbiamo fatto, si trattava di un contesto riferito forse ad una particolare città (tipo Modena, dove abbiamo una copertura di circa il 12%).
In merito invece alle percentuali di diffusione, di recuperi di bici rubate e quant'altro attiene a dati sui furti di bici, il Registro Italiano Bici è l'unico registro nazionale a pubblicarli. Vi invitiamo  a consultare www.osservatoriobici.it .

Il vero problema è la mancanza di interesse
Vero. Ma i controlli si possano fare se c'è qualcosa da controllare. Cosa si può controllare di una bici anonima? E in presenza di un furgone stracolmo di bici anonime cosa pensate che la polizia possa controllare? Forse se chi lo guida ha una capacità reddituale per permettersele tutte? Il punto è un altro. Condizione necessaria, ma ben lungi dall'essere sufficiente, perché le Forze dell'Ordine facciano i controlli è di metterli nella condizione di poter controllare qualcosa, tipo la targa, il numero di telaio, la foto, ecc. in un registro accessibile 24 ore per 7, anche telefonicamente tramite numero verde (le pattuglie non dispongono ancora di smartphone istituzionali, essendo il rifornimento di benzina ancora un loro bisogno primario...).

Non ci sono solo gli RFID
Tema molto interessante. Ci stiamo lavorando. Come però per la tecnologia Rfid anche la NFC presenta delle criticità di lettura quando è posizionata sul telaio ferroso della bicicletta. Su un package di plastica o di cartone funziona alla meraviglia, ma in presenza di campi indotti dal telaio ferroso della bici, le cose non sono così semplici. Tuttavia la strada è da provare a percorrere.

La questione del registro unico nazionale
Correggiamo prima qualche imprecisione presente nell'articolo e che ci riguarda.
Una volta registrata nel Registro Italiano Bici, la bici vi rimane per sempre, senza alcun costo, ovvero gratuitamente.
Ciò che scade dopo tre o dieci anni sono i servizi BiciSicura, tra cui troviamo il passaggio di proprietà gratuito, il duplicato della targa gratuito, il duplicato del libretto gratuito e altro ancora (vedi Perché rinnovare i servizi BiciSicura). Tutti servizi che, in mancanza di rinnovo, possono essere acquistati separatamente all'occorrenza.
In merito alle problematiche poste da un registro governativo abbiamo scritto vari documenti, l'ultimo dei quali lo trovate qui.
Qui basti dire che il costo di un registro governativo non è tanto dovuto all'operazione in sé di registrazione su un registro online!
I costi, ben più pesanti nascono principalmente da:

  1. Obbligatorietà della marchiatura e registrazione davanti ad un pubblico ufficiale, in locali pubblici, aperti al pubblico e portando la bici (io non posso dichiarare di essere proprietario della tua bici, vedi i già citati articoli del Codice Civile) e firmando "comunque" un autodichiarazione, a meno di portare bici nuova, fattura riportante numero di telaio, ecc.

  2. Obbligatorietà della verifica di proprietà di tutte le bici recuperate e ispezionate da parte delle Forze dell'Ordine (significa un lavoro pesante in più rispetto agli attuali e quindi un aumento di organico...)

  3. Scelta di un sistema di targatura/marchiatura unico gestito presumibilmente dalle Forze dell'Ordine direttamente per evitare pasticci, errori e imbrogli, sempre possibili e da noi praticamente certi. Quindi altro organico per le Forze dell'Ordine, oltre ai costi del materiale e apparecchiature necessarie per svolgere la marchiatura.

Se nessun paese al mondo ha pensato di risolvere il problema dei furti delle bici con un registro delle bici governativo, un motivo ci sarà. Anche la Svizzera  ha dovuto abbandonare il suo storico registro per un problema di costi di gestione. Recentemente ci ha provato anche il Giappone (test sulla città di Tokio) ma ha dovuto fare una retromarcia repentina (per pagarsi i costi della gestione avrebbe dovuto applicare sia una tassa sulle bici che contare su un gran numero di contravvenzioni da elevare alle bici registrate).

Il traffico internazionale
Tutto vero.

Conclusioni
EasyTag/BiciSicura sicuramente non è perfetto e non annulla il problema dei furti.
I dati raccolti in circa nove anni di attività stanno però a dimostrare che:

  1. Non è un sistema fragile:  9 anni sempre in buona salute, circa 200.000 bici registrate, oltre 40 amministrazioni comunali attive, non una sola contestazione, non possono essere certo ascritti ad un sistema fragile e/o, tanto peggio, ingannatorio (termine mai usato nell'articolo, ndr).

  2. Circa il 70% delle bici rubate era legata con un filo spirale (costo 1 euro e si apre con uno strattone): quindi qualcosa, oltre alla marchiatura, può fare uno per ridurre la probabilità di furto.

  3. Il contrasto del furto delle bici richiede un intervento complesso e coordinato tra cittadini, amministrazione comunale, associazioni, negozi di bici. E per fare ciò abbiamo notato e notiamo quotidianamente, in tutti gli attori, una significativa carenza di cultura e preparazione. Pensare che il solo sistema di marchiatura, per quanto prossimo alla perfezione, risolva il problema dei furti (almeno portandolo sotto una soglia fisiologicamente accettabile) è completamente illusorio.
    Come sempre, siamo in presenza di una condizione sicuramente necessaria ma per nulla sufficiente.

A questo punto ci sia concesso un piccolo sfogo.
Ci dispiace che nell'articolo veniamo assimilati genericamente ("BiciSicura ed altri sistemi simili") a sistemi che negli ultimi anni hanno cercato di imitare il nostro servizio e che probabilmente, per una carenza di qualità, completezza e professionalità nei servizi erogati, non sono mai decollati e, proprio per questo, preferiscono non pubblicare mai dati relativi alla diffusione e all'efficacia del loro sistema. E per di più non dispongono di un registro pubblico gratuito come il Registro Italiano Bici, accessibile anche tramite numero verde gratuito 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.
BiciSicura è sicuramente un sistema imperfetto.
Noi stiamo facendo ogni sforzo per migliorarlo, sicuri di essere sulla buona strada.
Entro il prossimo autunno lanceremo due nuovi interessantissimi servizi che, siamo sicuri, renderanno il nostro sistema ancora più efficace.
Ringraziamo e ci complimentiamo comunque con l'autore dell'articolo perché ha sicuramente messo il dito sulle criticità presenti nei sistemi di marchiatura attuali.
La soluzione abbozzata (registro governativo) però, pur essendo sicuramente valida, è tuttavia, a nostro avviso e sulla base della nostra esperienza anche internazionale, al momento del tutto impraticabile.

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Lo staff BiciSicura/Registro Italiano Bici

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