Prendiamo lo spunto dall'interessante articolo di
Alessandro Bottoni (Analisi critica del sistema EasyTag/BiciSicura,
del 09/01/2015) per completarlo con alcune nostre osservazioni. Riporteremo solo i titoli elencati nell'articolo
menzionato, che vi invitiamo a leggere, e proveremo a commentarli, uno per uno,
nella speranza di migliorare l'informazione sulla problematica
dei furti di bici, anche utilizzando l'esperienza di 7 anni di attività nel settore, oltre 40
città attive e circa 200.000 bici registrate nel Registro Italiano Bici.
Il furto semplice non è più punibile L'affermazione non
é vera da un punto di vista legislativo in senso stretto. Nella
pratica però è abbastanza vera nel senso che, tranne qualche raro caso
di applicazione rigida della normativa (arresto, processo per
direttissima, 3-4 anni e fino a 6 anni di reclusione), spesso
finalizzato a placare la giusta sete di vendetta di molti cittadini
derubati della loro bici, quasi sempre il colpevole viene rilasciato
dopo poche ore. Fermo restando il principio che se c'è la legge questa
va applicata sempre e comunque in qualsiasi caso, tuttavia osserviamo
che anche in altri paese, dove le pene sono più restrittive, la situazione non
è che migliori di molto rispetto a quella italiana.
Le "tag" sono facilissime da cancellare e sovrascrivere
Affermazione abbastanza vera.
Si tratta pur sempre di un adesivo, che, anche se antieffrazione ed auto-marcante
come il nostro,
può venire coperto con un altro adesivo. Va detto però che la funzione
primaria della tag è quella di avvisare il ladro che la bici ha "un nome
e cognome" e quindi, se colto in flagranza di reato, la galera è assai
più probabile. Ricordiamo qui che se la bici è anonima, il giudice,
quasi mai condannerà al carcere il ladro in forza dell'articolo
927-928-929 del nostro Codice Civile. Occorre però qui aggiungere, per completezza d'informazione, che oltre l'80% delle bici possiede un
numero di telaio
(in quelle di nuova fabbricazione è circa il 100%), marcato a fuoco dal costruttore quasi sempre sotto la scatola del movimento.
Tale numero è difficile da rimuovere senza mettere a rischio la resistenza del telaio della bici stessa. Inoltre, circolare
con una bici dal numero di telaio abraso, nel nostro caso anche con la
targa staccata, è come avere con sé un'arma con la matricola
abrasa... Qualcuno obietterà che il numero di telaio non sempre identifica univocamente uno specifico esemplare di bici, ma un lotto di produzione a cui quella bici appartiene. E' Vero.
Ma la probabilità
di recuperare due bici rubate, dove il numero di telaio rappresenta solo il lotto, e non distinguibili per altri particolari (adesivi, colore, tipo sella, stato di usura, ecc.) è veramente bassa. Inoltre, anche in questo
rarissimo caso di indistinguibilità delle due bici, alla peggio un proprietario riavrà la bici dell'altro e viceversa.
In merito invece al targatura dolosa di una bici rubata, questo è
possibile. Ma l'esperienza ci dice che assai difficilmente uno che acquista una bici rubata, avendone coscienza,
provvederà a targarla. Inoltre, se il primo proprietario ha inserito
il numero di telaio ed il secondo proprietario tenterà di registrare la bici con lo stesso numero di telaio, il Registro Italiano Bici genererà un "warning" avvisando che quella bici risulta rubata.
Riguardo poi alla "proprietà legale" della bici, va detto che è prevista in un solo caso: bici nuova e fattura di vendita riportante il numero di telaio. In tal caso, la registrazione nel Registro Italiano Bici
accompagnata
da tali documenti rappresenta titolo di proprietà riconosciuto dal giudice. In tutti gli altri casi, e noi lo diciamo sempre ai nostri utenti, si tratta di un'auto-dichiarazione di proprietà, che se falsa
(art. 71, comma 1, D.P.R. 445/2000) il dichiarante potrà essere
denunciato all'autorità giudiziaria. Ecco perché le bici rubate non
vengono ri-targate.
Quindi, contrariamente a quanto affermato nell'articolo, non
esiste alcun boomerang.
Anche le punzonature sono facili da rimuovere e nascondere Concordiamo. Anche noi abbiamo scritto varie volte su questo punto.
I Qr Code sono persino peggio delle tag Concordiamo. Qui poi, come da nostri esperimenti compiuti già nel 2010, il QR code presenta anche gravi problemi tecnici.
Anche EasyTag/BiciSicura è poco conosciuto ed utilizzato E' assolutamente vero.
Avere circa 200.000 bici registrate con EasyTag/BiciSicura su una
popolazione di almeno 60 milioni di bici, significa una percentuale
dello 0,3 %. E' impensabile in tale situazione che noi abbiamo mai
affermato che il nostro sistema sia "ampiamente conosciuto e molto
utilizzato", come riportato nell'articolo. Probabilmente, se una tale
affermazione o simile abbiamo fatto, si trattava di un contesto riferito forse ad
una particolare città (tipo Modena, dove abbiamo una copertura di circa
il 12%).
In merito invece alle percentuali
di diffusione, di recuperi di bici rubate e quant'altro attiene a dati
sui furti di bici, il Registro Italiano Bici è l'unico registro
nazionale a pubblicarli. Vi invitiamo a consultare
www.osservatoriobici.it .
Il vero problema è la mancanza di interesse Vero. Ma
i controlli si possano fare se c'è qualcosa da controllare. Cosa si può
controllare di una bici anonima? E in presenza di un furgone stracolmo di bici
anonime cosa pensate che la polizia possa controllare? Forse se chi lo
guida ha una capacità reddituale per permettersele tutte? Il punto è un
altro. Condizione necessaria, ma ben lungi dall'essere sufficiente,
perché le Forze dell'Ordine facciano i controlli è di metterli nella
condizione di poter controllare qualcosa, tipo la targa, il numero di telaio,
la foto, ecc. in un registro accessibile 24 ore per 7, anche
telefonicamente tramite numero verde (le pattuglie non dispongono ancora
di smartphone istituzionali, essendo il rifornimento di benzina ancora
un loro bisogno primario...).
Non ci sono solo gli RFID
Tema molto interessante. Ci stiamo lavorando. Come però per la
tecnologia Rfid anche la NFC presenta delle criticità di lettura quando
è posizionata sul telaio ferroso della bicicletta. Su un package di
plastica o di cartone funziona alla meraviglia, ma in presenza di campi
indotti dal telaio ferroso della bici, le cose non sono così semplici.
Tuttavia la strada è da provare a percorrere.
La questione del registro unico nazionale Correggiamo prima qualche imprecisione presente nell'articolo e che ci riguarda.
Una volta registrata nel Registro Italiano Bici, la bici vi rimane per sempre, senza alcun costo, ovvero gratuitamente.
Ciò che scade dopo tre o dieci anni sono i servizi BiciSicura, tra cui troviamo il passaggio di
proprietà gratuito, il duplicato della targa gratuito, il duplicato del libretto gratuito e altro ancora (vedi
Perché rinnovare i servizi BiciSicura). Tutti servizi che, in mancanza di rinnovo, possono essere acquistati
separatamente all'occorrenza.
In merito alle problematiche poste da un registro governativo abbiamo scritto vari documenti, l'ultimo dei quali lo trovate
qui.
Qui basti dire
che il costo di un registro governativo non è tanto dovuto
all'operazione
in sé di registrazione su un registro online! I costi, ben più pesanti nascono principalmente da:
- Obbligatorietà della marchiatura e registrazione davanti ad un pubblico
ufficiale, in locali pubblici, aperti al pubblico e portando la bici (io
non posso dichiarare di essere proprietario della tua bici, vedi i già
citati articoli del Codice Civile) e firmando "comunque" un
autodichiarazione, a meno di portare bici nuova, fattura riportante
numero di telaio, ecc.
- Obbligatorietà della verifica di proprietà di tutte le bici recuperate e
ispezionate da parte delle Forze dell'Ordine (significa un lavoro
pesante in più rispetto agli attuali e quindi un aumento di organico...)
- Scelta di un sistema di targatura/marchiatura unico gestito
presumibilmente dalle Forze dell'Ordine direttamente per evitare
pasticci, errori e imbrogli, sempre possibili e da noi praticamente
certi. Quindi altro organico per le Forze dell'Ordine, oltre ai costi
del materiale e apparecchiature necessarie per svolgere la marchiatura.
Se nessun paese al mondo ha pensato di risolvere
il problema dei furti delle bici con un registro delle bici governativo, un motivo ci sarà.
Anche la Svizzera ha dovuto abbandonare il suo storico registro per un problema di costi di gestione.
Recentemente ci ha provato anche il Giappone
(test sulla città di Tokio)
ma ha dovuto fare una retromarcia repentina (per pagarsi i costi della
gestione
avrebbe dovuto applicare sia una tassa
sulle bici che contare su un gran numero di contravvenzioni da elevare alle bici registrate).
Il traffico internazionale Tutto vero.
Conclusioni EasyTag/BiciSicura sicuramente non è
perfetto e non annulla il problema dei furti. I dati raccolti in circa
nove anni di attività stanno però a dimostrare che:
- Non è un sistema fragile: 9 anni sempre in buona salute, circa 200.000 bici
registrate, oltre 40 amministrazioni comunali attive, non una sola
contestazione, non possono essere certo ascritti ad un sistema fragile
e/o, tanto peggio, ingannatorio (termine mai usato nell'articolo, ndr).
- Circa il 70% delle bici rubate era legata con un filo spirale (costo
1 euro e si apre con uno strattone): quindi qualcosa, oltre alla
marchiatura, può fare uno per ridurre la probabilità di furto.
- Il contrasto del furto delle bici richiede un intervento complesso e coordinato tra cittadini, amministrazione comunale, associazioni, negozi di bici. E per
fare ciò abbiamo notato e notiamo quotidianamente, in tutti gli attori, una
significativa carenza di cultura
e preparazione. Pensare che il solo sistema di marchiatura, per quanto
prossimo alla perfezione, risolva il problema dei furti (almeno
portandolo sotto una soglia fisiologicamente accettabile) è completamente
illusorio.
Come sempre, siamo in presenza di una condizione
sicuramente necessaria
ma per nulla sufficiente.
A questo punto ci sia concesso un piccolo sfogo. Ci dispiace che nell'articolo veniamo assimilati
genericamente ("BiciSicura ed altri sistemi
simili") a sistemi che negli ultimi anni hanno cercato di imitare il
nostro servizio e che probabilmente, per una carenza di qualità, completezza e
professionalità nei servizi erogati, non sono mai decollati e, proprio
per questo, preferiscono non pubblicare mai dati relativi alla diffusione
e all'efficacia
del loro sistema. E per di più non dispongono di un registro pubblico
gratuito come il Registro Italiano Bici, accessibile anche tramite
numero verde gratuito 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. BiciSicura
è sicuramente un sistema imperfetto. Noi stiamo facendo ogni sforzo per
migliorarlo, sicuri di essere sulla buona strada. Entro il prossimo
autunno lanceremo due nuovi interessantissimi servizi che, siamo sicuri,
renderanno il nostro sistema ancora più efficace.
Ringraziamo e ci complimentiamo comunque con l'autore dell'articolo
perché ha sicuramente
messo il dito sulle criticità presenti nei sistemi di marchiatura attuali.
La soluzione abbozzata (registro governativo) però, pur essendo sicuramente valida, è tuttavia, a nostro avviso e sulla base della nostra esperienza anche internazionale,
al momento del tutto impraticabile.
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